mercoledì 30 marzo 2011

La paura

La paura ha occhi di ghiaccio nella notte scura. La paura ha il colore del sangue che schizza contro una parete bianca. La paura è bastarda. La paura è l'impotenza di fronte a un pericolo reale o presunto, la consapevolezza di non potere fare nulla. La paura può durare un attimo o tutta la vita, prenderti l'anima e portarla via o ancora renderla folle e temeraria. La paura è il rumore di una lama assassina che ti penetra nella carne e squarcia le tue viscere. La paura è la sensazione di cadere nel vuoto. La paura è la morte che ti accarezza nel buio di una strada. La paura è la vita che ti abbraccia ma che non capisci. La paura è cattiva, si prende tutto o niente. La paura è l'aria che ti manca, un dolore allo stomaco, un nodo alla gola, il cuore che batte forte nel petto, il piscio incontrollato che cola giù dai calzoni. La paura è un'emozione forte e crudele.




lunedì 28 marzo 2011

Storie pulp e senza tregua

In Italia esiste un filo rosso sangue che lega otto storie pulp. In un vecchio casolare vicino al mare ci sono dei fantasmi dispettosi. Uno di questi è una donna che ogni notte scende da un quadro e spaventa un bambino. Il treno Interspazio 666 trasporta le anime dei defunti verso i villaggi celesti. Uno dei passeggeri scopre una terribile verità e inizia una sfida carica di adrenalina per tentare di fuggire alla morte con la stessa facilità con cui si fugge alla vita. Nel quartiere Isola di Milano una ragazza bella, ricca e viziata si lascia andare a ogni tipo di eccesso con tanto di "bunga bunga" con importanti uomini d'affari. Conosce un ragazzo che tenta di tirarla fuori dal tunnel. Un divoratore di miele che non muore mai entra a far parte della setta della "forbice da ufficio". Due amanti bellissimi si incontrano e fanno all'amore come se fosse la prima volta ma succede ogni notte e da secoli. Un ex poliziotto e militante missino è legato con la camicia di forza dentro la stanza bianca e imbottita di una struttura psichiatrica di massima sicurezza. Un fornaio, pallido come la morte, rimprovera i suoi dipendenti perché non conoscono l'arte del sacrificio. Incubi, amori maledetti, drammi metropolitani, viaggi allucinanti, eros e follia. Sono questi gli ingredienti di otto storie tese come lame affilate, otto storie accomunate da una lieve inquietudine che cala inesorabile su di esse, come una pioggerella fine e fitta sulla città. Racconti che traboccano di ansia e tensione che, tra rimandi alla tradizione gotica ed echi di Arthur Conan Doyle, descrivono piccoli e grandi drammi contemporanei. E sullo sfondo, la sensazione lucida e fatale del malessere sociale, dell'ambiguità dei sentimenti, dell'ineluttabilità del destino. Otto storie che compongono "Racconti al Buio", un libro pubblicato da Edizioni Sensoinverso e scritto da Danilo Lenzo, blogger e giornalista professionista. L’autore è nato a Siracusa, vive e lavora a Milano. Dal 1990 si occupa di comunicazione politica, attualità e ambiente. Ha realizzato e condotto programmi radiofonici dedicati alla musica rock e indie. Nel Social Network FACEBOOK è stata attivata una pagina pubblica del libro "Racconti al Buio", dove si trovano foto, booktrailer, recensioni, commenti e tutto quello che si deve sapere sul libro. Otto storie pulp e senza tregua che tolgono il fiato al lettore.


mercoledì 16 marzo 2011

Italia, le celebrazioni e i meschini

La giovane Italia compie 150 anni. È un momento storico complesso e drammatico, sia per fattori globali che riguardano l'economia, le tensioni internazionali, le catastrofi naturali, sia per fattori prettamente italiani che riguardano la progressiva perdita di valori e in particolare l'imbarbarimento del confronto politico.
In campo dovrebbero scendere i "migliori" per tentare di rilanciare il Paese. Non è così, anzi sta accadendo il contrario. Occorre reagire insieme e in fretta partendo dal 150° compleanno dell'Unità d’Italia. È una grande occasione. Basta sconti a chi ha deciso di rovinare la festa, basta sconti ai nazisti in camicia verde che continuano indisturbati a oltraggiare il tricolore e la Patria, arrivando perfino ad abbandonare le sedi istituzionali durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli. Questi traditori non possono restare impuniti. Urgono le dimissioni da ogni incarico istituzionale, pubblico. Si attende una presa di posizione chiara e forte dalle autorità competenti, dalle forze democratiche che sono ancora la maggioranza in questo Paese.
Il consigliere regionale lombardo, Romano La Russa (PdL), fratello del più noto ministro Ignazio, ha espresso totale disprezzo contro i consiglieri leghisti che si sono rifiutati di entrare in aula durante l'esecuzione dell'inno nazionale e ha dichiarato che "chi non rende onore alla propria bandiera, al proprio inno e alla Patria non può che essere definito vigliacco e la sua esistenza meschina". Affermazioni cariche di emozioni forti e condivisibili, ma l'uomo avrebbe anche potuto evitare di stringere alleanze politiche con i nemici della Patria che oggi attacca duramente.
È stato completamente perso il senso della misura. Ci sono individui meschini che si stanno approfittando di questa fase critica nazionale e mondiale, per curare i loro sporchi interessi di piccoli bottegai di provincia.
È necessario rompere il muro dell'indifferenza, reagire duramente contro un'esigua minoranza fanatica e cafona che sta facendo del male alla giovane Italia, distruggendo ogni giorno un pezzo della Costituzione. Salvare il futuro delle nuove generazioni è ancora possibile. Nonostante, tutto. Buon compleanno, Italia.



lunedì 7 marzo 2011

Una questione di foga

È spontaneo chiedersi quale caratteristica determinante abbia permesso alcune fulminanti carriere politiche al femminile. Da zero in Parlamento o in Consiglio regionale in 10 secondi, un salto sociale eccezionale da fare invidia perfino a wonder woman. Eppure dalle note biografie di alcune elette non emergono qualità ed esperienze particolari, anche se le foto sembrano estratte dal book di qualche modella. Esiste, comunque, un elemento decisivo, un comune denominatore tra le elette digiune di cultura politica, amministrativa e civica. Tutte, ma proprie tutte, hanno intrapreso con successo questo percorso con la foga. È stata la loro foga a fare la differenza, a catturare l'attenzione di chi nel partito di riferimento prepara le liste e decide chi fare eleggere (anche questo fondamentale diritto democratico è stato sottratto al popolo). Le future generazioni di ragazze se vorranno fare carriera in politica dovranno farsene una ragione e tirare fuori tutta la loro foga. Dovranno dire addio a timidezze, blocchi psicologici e valori. Altro che festa delle donne e parità dei sessi. Le italiane non sono costrette a portare il burqa, ma di fatto sono ancora schiacciate e umiliate sotto il velo pesante del maschilismo.