lunedì 17 dicembre 2012

Salvare l'Italia, salvare noi stessi

Mazza da baseball
Sono tempi bastardi e per la prima volta è davvero difficile fare gli auguri di un sereno Natale e di un felice Anno Nuovo. 
È praticamente impossibile quando monta dentro una rabbia incontenibile nei confronti dei molteplici responsabili del disastro italiano, dal livello locale a quello nazionale. Non si riesce a essere buonisti ad ogni costo. Le persone oneste, che sono ancora la maggioranza di questo Paese, dovrebbero smettere di lamentarsi per impugnare il bastone e tirare fuori i denti. 
Ognuno faccia la sua parte, piccola o grande che sia, per tentare di cambiare in positivo, per liberare il Paese dalla zavorra mortale dei parassiti (politici, criminali, furbetti, lobbysti), per dare un minimo di speranza alle nuove generazioni. Occorre agire senza risparmiarsi per fare valere i diritti fondamentali della Carta Costituzionale, per tornare a essere protagonisti. 
Tra qualche mese si tornerà a votare per eleggere i rappresentanti in Parlamento e in altre istituzioni. Ancora una volta, schiacciando i diritti dei cittadini, imporranno dall’alto candidati inopportuni o pericolosi e falsi rivoluzionari prodotti dalla stessa casta. Ancora una volta obbligheranno la gente a entrare nelle urne tappandosi il naso per votare il meno peggio tra il marciume di destra e di sinistra. 
Gli italiani meritano di più. Devono pretendere di più per le famiglie che hanno perso il lavoro, per gli anziani soli che soffrono la fame, per gli operai barricati sui tetti delle fabbriche, per gli stranieri sfruttati come schiavi, per i nostri figli, per noi stessi, per l’Italia. 
La festa è finita. È tempo di agire in prima persona, di fare sentire la propria voce, ovunque in ogni angolo del territorio, in ogni borgo. 
A Natale sarebbe più utile regalarsi un robusto bastone. Un solo obiettivo comune: salvare l’Italia per salvare noi stessi. Non c’è più tempo da perdere.


martedì 11 dicembre 2012

Aurora Malinconica

Questa mattina ho vomitato i ricordi sulla parete. Frammenti del passato che scivolano via. Immobile nell'ombra osservo ancora. Un sorriso amaro che si consuma senza lacrime e le lunghe dita sul vetro della finestra che mi separa dal nulla.


mercoledì 5 dicembre 2012

Il Paese dei Fenomeni


Aumenta in maniera esponenziale il numero dei fenomeni in Italia. Non fanno in tempo a laurearsi che in pochi mesi raggiungono traguardi lavorativi che normalmente richiederebbero almeno 10 - 15 anni di esperienza. Si fa peccato a pensare che queste straordinarie carriere siano il frutto di raccomandazioni, ossia di vigorosi calci in culo ben assestati dai faccendieri della politica o comunque da chi può contare sempre e ovunque sugli amici degli amici. Per restare in tema, basta dietrologie! La verità è un’altra: la Penisola italica ha uno straordinario esercito “nascosto” di incredibili talenti. Il futuro è nelle loro mani. Si spera che almeno siano pulite. Non saranno mai sfiorati dall’idea di migrare all’estero, dove al massimo potrebbero trovare un posto di lavoro come semplici impiegati. Meglio crescere in Patria, nella terra dei furbi, dove per loro è sufficiente avere le conoscenze giuste ed essere abbastanza scaltri perché ottengano e in fretta un posto di lusso. Meglio restare nella terra del sole e dei farabutti dove la parola “meritocrazia” è stata perfino cancellata dai dizionari.